Antonio Barillà, Responsabile Coordinamento dei Segretari Regionali Sindacato Medici Italiani, chiede migliorie per il contratto dei medici di medicina generale
Roma. «Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale dei medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale riconosce che il lavoro straordinario deve essere retribuito e pone finalmente fine ad un’ingiustizia che perdurava dal 1996.Questo principio, siamo del parere, deve essere sottoscritto e previsto anche nel nuovo Accordo Collettivo Nazionale (ACN) della medicina generale ancora in discussione presso SISAC», così Antonio Barillà, Responsabile Coordinamento dei Segretari Regionali Sindacato Medici Italiani in vista della ripresa delle trattative del contratto per i medici di medicina generale.
«Questa richiesta è motivata dal fatto che essendo i medici di medicina generale dei liberi professionisti convenzionati e quindi avendo su loro stessi tutti gli oneri relativi alla gestione delle proprie attività, non basta pagare al medico gli assistiti oltre il massimale sottoscritto, con le stesse indennità degli altri assistiti, poiché questo soprannumero di pazienti obbliga una riorganizzazione dell’attività mediche».
«Bisogna ricordare che l’attività straordinaria deve essere di breve durata e non può essere all’infinito (come peraltro avviene adesso) ed essa richiede uno sforzo lavorativo straordinario; come tale deve essere riconosciuto. Questo principio dovrebbe essere patrimonio di tutti» continua Barillà.
«Il Sindacato Medici Italiani propone che nel prossimo ACN sia compresa questa norma: “Qualora le ASL per carenza di medici di medicina generale (mmg), richiedano la disponibilità volontaria ai medici a ruolo unico d’ incrementare il loro numero di assistiti oltre il massimale in carico (1575 pazienti), per i soli assistiti oltre il massimale dovrà essere riconosciuta per ognuno di essi mensilmente la quota capitaria che per gli altri assistiti viene riconosciuta annualmente».