Guido Verde, Direttore Generale di Ramoil: “Il PEE è redatto a cura della Prefettura”. La Prefettura: “La mancata approvazione del PEE non impedisce alle ditte rientranti in tale categoria di operare”
«Abbiamo scoperto che per Ramoil non esiste nessun piano di emergenza esterna in caso di incidenti rilevanti. L’impianto è dichiarato a rischio di incidente rilevante, seppur non di massimo livello riteniamo sia necessario che si provveda quanto prima a realizzare il PEE, data la vicinanza al centro abitato». Queste le parole di Gabriel Aiello, presidente di Casalnuovo Coraggiosa che nei giorni scorsi ha chiesto all’Arpac alcune informazioni su Ramoil venendo a sapere che l’azienda con sede a Casalnuovo non ha ancora il PEE.
Il Piano Emergenza Esterno è un piano di protezione civile con cui si intende ridurre gli effetti di un eventuale incidente industriale sulle aree esterne al perimetro dello stabilimento industriale a rischio di incidente rilevante. Grazie al PEE si individuano sul territorio circostante allo stabilimento le zone a rischio incidente, da una zona di massima esposizione (con sicuro impatto e con effetti sanitari gravi ed irreversibili) ad una zona di attenzione che è quella più esterna all’incidente.
«Teniamo presente che l’impianto si trova praticamente nel centro abitato, c’è una scuola elementare a poche centinaia di metri, oltre a migliaia di residenti vicinissimi. La Ramoil ha previsto il piano interno, le autorità adesso facciano la propria parte per quello esterno – continua Aiello – È assurdo che questo tema non lo ponga nessuna istituzione politica. Da qui possiamo verificare quanto certi temi, che dovrebbero essere centrali, non siano approfonditi dalle istituzioni politiche».
Intanto Guido Verde, Direttore Generale della Ramoil, fa sapere che il Piano di Emergenza Esterno è redatto a cura della Prefettura.
«La Ramoil, secondo la direttiva Seveso, ha un basso livello di rischiosità e, pertanto, ha notificato il suo rischio in “soglia inferiore”. Abbiamo approntato, già da anni, il PEI (piano di emergenza interno) e periodicamente lo aggiorniamo secondo i dettami di legge – afferma Verde – Tutto questo è stato inviato, a suo tempo via pec alla Prefettura che avrebbe dovuto stilare il PEE. Voglio immaginare che, vista la non elevata pericolosità del nostro impianto, questo abbia potuto comportare un allungamento dei tempi».
Precisamente va detto che il PEE per le industrie a rischio di incidente rilevante sotto soglia è un documento che la Prefettura adotta con il contributo tecnico dei Vigili del Fuoco, della componente sanitaria, delle forze dell’ordine, dell’Arpa e delle aziende fornitrici di servizi (energia elettrica, acqua, gas).
«Al momento il documento relativo alla ditta Ramoil è allo studio dei Vigili del Fuoco che stanno completando le valutazioni di competenza per determinare le aree di danno e quelle di pianificazione, a seguito delle quali verrà approvato – ci dicono dalla Prefettura di Napoli – La mancata approvazione del PEE non impedisce alle ditte rientranti in tale categoria di operare, se in regola con le autorizzazioni di settore».