Il Sindacato autonomo medici italiani boccia il Decreto Liste d’Attesa e scrive al Ministro della Salute e al Presidente del Consiglio
Roma. Il sindacato autonomo medici italiani segnala una problematica del Decreto Liste d’Attesa, in vigore dal 10 giugno 2024, e chiede una correzione da subito in sede di conversione con una missiva rivolta al Ministro della Salute e al Presidente del Consiglio.
“Il Decreto prevede che le prestazioni di lavoro aggiuntive dei medici siano detassate al 15% – dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami – ma questo provvedimento, sebbene riconosca il sacrificio dei medici, si applica esclusivamente a coloro che hanno un contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL).”
“Nei servizi di emergenza urgenza, il personale del Servizio Sanitario Nazionale opera in modo integrato, -aggiunge Roberto Pieralli, presidente regionale Snami Emilia Romagna – includendo sia dipendenti che medici convenzionati secondo gli Accordi Collettivi Nazionali ai sensi del Dl 502/92. Tuttavia la normativa attuale crea una disparità fiscale: i medici dipendenti beneficiano della tassazione al 15% sulle prestazioni aggiuntive, mentre i medici convenzionati restano soggetti a una tassazione di gran lunga superiore, nonostante le prestazioni aggiuntive siano identiche per tempistiche e modalità.”
“Per questi motivi – conclude il leader dello Snami – il nostro sindacato richiede un intervento legislativo che equipari il trattamento fiscale delle prestazioni aggiuntive per tutti i medici operanti con rapporto diretto SSN, sia esso da CCNL o ACN, al fine di evitare ingiustizie e garantire parità di trattamento.”
Sanita. Decreto liste d’attesa, Snami: “Da correggere”