Antonio D’Amore, direttore generale Cardarelli: “La speranza di vita degli altri dipende anche dalla nostra capacità di donare speranza, invito tutti ad effettuare le dichiarazioni di donazione dei propri organi”
Napoli. «I trapianti sono una procedura chirurgica e medica estremamente complessa che richiede altissime competenze e modelli organizzativi efficienti. Per fare trapianti, però non basta avere una sanità efficiente, è fondamentale che vi siano sempre più cittadini disponibili a donare i propri organi». Lo dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’AORN Cardarelli, in cui la scorsa settimana sono stati effettuati tre trapianti di fegato ad uomini di 50, 55 e 61 anni.
«La speranza di vita degli altri dipende anche dalla nostra capacità di donare speranza, invito tutti ad effettuare le dichiarazioni di donazione dei propri organi e ringrazio le equipe del Cardarelli che hanno lavorato in modo incessante per tre giorni di seguito per garantire questo risultato straordinario» continua il Direttore Generale del Cardarelli in cui, da inizio anno, sono stati effettuati complessivamente 29 trapianti di fegato mentre l’anno scorso ne sono stati in totale ben 51.
«L’intervento di trapianto di fegato è una procedura molto complessa che può durare dalle 4 alle 14 ore. Sostituire il fegato significa togliere l’organo ammalato conservandone i vasi sanguigni per poterli “cucire” (suturare) a quelli del fegato proveniente dal donatore – dice Giovanni Vennarecci, Direttore dell’Unità di Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di Fegato – Tutto ciò nel tempo più breve possibile, al fine di ridurre i danni procurati all’organo dall’assenza prolungata di sangue. Si tratta di una procedura molto impegnativa per l’equipe che effettua l’intervento, realizzarne tre in tre giorni significa mantenere una concentrazione altissima per 72 ore di seguito».
Attualmente, oltre 70 pazienti sono in attesa di un organo. Il Centro Trapianti dell’Ospedale Cardarelli svolge un ruolo fondamentale nella gestione dell’epatocarcinoma e partecipa ai Gruppi Oncologici Multidisciplinari (GOM) di tutta la regione, contribuendo alla diagnosi e al trattamento di questa patologia.
Tra le difficoltà che hanno dovuto affrontare le equipe vi è stata anche la grave carenza di sangue registrata in questo periodo; i trapianti di fegato, infatti, possono richiedere diverse trasfusioni, un singolo trapianto può richiedere anche due litri di sangue.
«Le ore successive al trapianto, quando il paziente è in Terapia Intensiva, sono estremamente delicate. L’attenzione delle equipe di medici e infermieri è altissima per monitorare in tempo reale ogni parametro vitale; in quelle ore si percepisce che ogni trapianto è il risultato di un vero lavoro di squadra – dice Giuseppe De Simone, direttore dell’Unità Terapia Intensiva Fegato – Ringrazio tutta l’equipe che ha lavorato in modo ininterrotto per tante ore per ottenere questo splendido risultato».
L’invito dell’ospedale è quello di esprimere il consenso alla donazione degli organi presso i Comuni, al momento del rinnovo della Carta di identità o presso gli sportelli Amico Trapianti.