Fnomceo, Anelli: “Il 90% degli italiani vuole dare priorità alla sanità”
«La posta in gioco è alta ed è la sopravvivenza del nostro Servizio sanitario nazionale. E a dirlo non siamo solo noi, ma i cittadini. Secondo l’ultimo Rapporto Censis-Fnomceo, presentato il mese scorso, otto italiani su dieci ne sono convinti: se in questi anni, nonostante i tagli e attraversando la più grande emergenza sanitaria dalla sua fondazione, il Servizio sanitario ha retto, lo si deve all’impegno straordinario dei medici e degli altri professionisti che lo hanno puntellato con sforzo individuale, in condizioni difficili e senza un ritorno economico adeguato».
Queste le parole di Filippo Anelli, Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri che chiede al Governo dieci miliardi di euro in Finanziaria da investire sui professionisti della salute per salvare il Servizio sanitario nazionale.
«Per l’87,2% dei cittadini è quindi prioritario migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni dei medici, proprio perché li considerano la risorsa più importante del sistema sanitario – afferma Anelli – Per il 92,5% occorre assumere subito medici e infermieri nel Servizio sanitario, anche per dare un taglio rapido alle liste di attesa, mentre l’84,5% è convinto che avere troppi medici con contratti temporanei indebolisce la sanità. Numeri, questi, che fanno il paio con un recente sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli: per il 90% dei cittadini, la sanità deve essere una priorità del Governo nella Finanziaria. Per il 37%, merita addirittura il primo posto».
Secondo il Censis la spesa sanitaria è quasi raddoppiata ma le risorse destinate al personale permanente sono aumentate solo del 6,4% e quindi le retribuzioni dei medici sarebbero addirittura diminuite del 6,1% allontanandosi ancora di più da quelle dei medici europei.
«Dobbiamo rendere attrattivo il nostro SSN – afferma Anelli – per arginare questa fuga, questo stillicidio che, al ritmo di dieci medici al giorno, risulta alla fine in una dimissione in massa. Dobbiamo fermare questa emorragia o il risultato sarà la morte per consunzione del SSN, svuotato della sua linfa vitale, i suoi professionisti. E i cittadini rimarranno senza cure».
«Già oggi – constata Anelli – chi può si rivolge alle assicurazioni, al privato. Chi non ha mezzi, rinuncia a curarsi. Sono 4 milioni e mezzo, secondo gli ultimi dati Istat, i cittadini che rinunciano alle cure: l’equivalente degli abitanti dell’Emilia-Romagna. Se non agiamo subito, a breve diventeranno oltre il doppio, tanti quanti i dieci milioni che popolano la Lombardia».
«Siamo sicuri che non sia questa la volontà del Governo – continua il Presidente della Fnomceo – che, sin dall’inizio, ha manifestato il suo impegno a investire in sanità. Ora è il tempo di giocare la partita sul campo, trovando le risorse per il nostro SSN e per i suoi professionisti. È il momento di rendere di nuovo attrattivo il lavoro ad altissima utilità sociale all’interno del sistema sanitario universalistico, per la quale gli italiani continuano a nutrire un amore indefettibile».
«Anche per questo, l’83,6% dichiara esplicitamente che, dopo l’esperienza traumatica del Covid, si aspettava molte più risorse e un impegno più intenso per potenziare la sanità. Ora è il momento giusto per dar seguito a quelle aspettative e a quelle richieste» conclude Anelli.
30 Agosto 2024 – ora 13:03