Non diminuiscono i prezzi di pasta, olio, pane e Federconsumatori stila la top ten degli aumenti che hanno contribuito a far crescere disuguaglianze e impoverimento
Pasta e olio in cima alla classifica dei prodotti che sono aumentati di più negli ultimi dieci anni, seguono fette biscottate, riso, farina e tonno in scatola. Insomma l’aumento dei prezzi ha riguardato innanzitutto alimenti fondamentali della dieta mediterranea, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ogni anno monitora i prezzi dei panieri di 100 prodotti di prima necessità e stila la top ten dei maggiori rincari e bisogna dire che la percezione di questi aumenti talvolta è alterata a causa della shrinkflation e della riduzione di formati delle confezioni.
Federconsumatori, attraverso il suo osservatorio, ha rilevato una progressiva riduzione del consumo di carne e pesce (addirittura il 16% in meno), le famiglie hanno imparato a sfruttare tutte le strategie utili a risparmiare e quindi si è sempre di più alla ricerca di offerte, sconti e aquisti di prodotti prossimi alla scadenza (quest’ultima abitudine è adottata dal 49% dei cittadini).
Aumentano i cittadini che comprano nei discount (+11,9%) ed anche questo elemento è importante per capire la situazione di difficoltà in cui si trovano le famiglie.
Per Federconsumatori la risposta a queste criticità è da ricercare in risposte adeguate con la manovra economica come la rimodulazione delle aliquote Iva sui generi di largo consumo, la creazione di adeguati fondi di contrasto alla povertà energetica e alla povertà alimentare e l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti.
«Tutto questo dà perfettamente la misura di come l’impatto della crescita dei prezzi, specialmente negli ultimi 3 anni, sia stato determinante e deleterio specialmente per le famiglie con redditi medi e bassi, aumentando così, significativamente, le disuguaglianze nel nostro Paese» conclude Federconsumatori.