Mondo delle imprese e consumatori lanciano campanello d’allarme su inflazione
Da un lato la Confesercenti analizza l’accelerazione dell’inflazione e parla di rischio in prospettiva, dall’altro Federconsumatori che nel commentare il tasso al +1,7% parla di ricadute di 535,50 euro annui a famiglia e chiede un intervento efficace del Governo per contrastare il caro energia.
«È di nuovo il fronte energetico quindi a gestire l’intonazione della nostra inflazione e su questo specifico versante è fondamentale intervenire per dare un segnale di fiducia a famiglie ed imprese – scrive in una nota Confesercenti – come abbiamo già segnalato gli aumenti dei costi energetici ad oggi osservati si sono già scaricati in bolletta e sono quindi già andati a peggiorare i conti economici d imprese e famiglie e per evitare un ulteriore spiazzamento della spesa a favore delle voci obbligate, con un pesante effetto negativo a cascata sui consumi, già deboli e sull’intera economia».
«La nuova corsa dei prezzi dei beni energetici, come era prevedibile e come abbiamo denunciato, traina al rialzo l’inflazione. È di stamattina la notizia, diffusa dall’Istat, che il tasso a febbraio si riporta al +1,7% (lo stesso livello di ottobre 2023) – afferma Federconsumatori – Il nostro osservatorio stima ricadute, per una famiglia media, pari a +535,50 euro annui, di cui +129,80 solo nel settore alimentare».
Anche per la principale organizzazione italiana a tutela dei consumatori l’andamento dei beni energetici influenza l’inflazione, per questo chiede al Governo di intervenire per frenare i rincari in campo energetico e di far durare oltre i tre mesi la misura che vuole l’innalzamento della soglia Isee per ampliare la platea del bonus energia.
