Secondo l’associazione a tutela dei consumatori l’andamento delle vendite registrato dall’Istat altro non è che la fotografia della situazione difficile che stanno vivendo i cittadini: “ Necessario un piano di contrasto alla crescita delle disuguaglianze”
Nonostante le promozioni e nonostante i preparativi in vista degli acquisti natalizi, l’Istat registra a novembre un andamento piuttosto tiepido rispetto al mese precedente: +0,4% in valore e +0,2% in volume. Ma il dato che davvero aiuta ad avere una lettura corretta dell’andamento della situazione e delle condizioni in cui vivono le famiglie è quello relativo all’andamento rispetto al 2022. Le vendite, in questo caso, registrano un +1,5% in valore, ma -2,2% in volume.
Una variazione che rispecchia chiaramente l’impennata dei prezzi a cui le famiglie hanno dovuto far fronte nell’ultimo anno, che continueranno ad aumentare nel corso del 2024: l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato, infatti, che nel nuovo anno si prospetta un aggravio di + 1.011,26 euro annui a carico di ciascuna famiglia. Rincari che continueranno ad incidere negativamente sull’andamento delle vendite.
Particolarmente grave, in tal senso, il calo in volume delle vendite registrate, nel trimestre settembre-novembre del 2023, de beni alimentari: -0,5% in termini congiunturali. Sappiamo bene che tale settore è il vero termometro delle condizioni economiche delle famiglie e quando è in calo non è mai buon segno.
È fondamentale, a maggior ragione alla luce di questi dati, che il Governo non abbassi la guardia in tema di sostegni alle famiglie:
- Sul fronte dell’energia sono inaccettabili e deleteri i passi indietro fatti sui bonus sociali e sullo sconto IVA, su cui chiediamo di far dietrofront, creando contestualmente un Fondo contro la povertà energetica.
- Per frenare la crescita dei prezzi e sostenere la domanda interna è necessario attuare una rimodulazione delle aliquote Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe alle famiglie di risparmiare oltre 531,57 euro annui), accompagnandola con misure sanzionatorie di controllo.
- Attivare reali e concrete misure di contrasto alle disuguaglianze, che passino, ad esempio, per il rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non ad agevolare quelli più elevati.
Le risorse per finanziare le misure appena descritte possono (e devono) essere reperite attraverso un serio piano di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, una adeguata tassazione degli extraprofitti e un aumento della tassazione sulle transazioni finanziarie.