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Con un riallineamento delle accise solo chi ha un’auto a benzina risparmierebbe circa 16 euro annui. Se si vuole intervenire seriamente in materia è necessaria una rimodulazione generale delle accise, tra le più alte in UE

Si fa sempre più acceso il dibattito sull’aumento delle accise sui carburanti. Nei giorni scorsi è sopraggiunta la minaccia di un allineamento (al rialzo) delle accise dei carburanti. Dopo le proteste dei cittadini e delle Associazioni dei Consumatori il Ministro dell’Economia ha chiarito che l’allineamento ipotizzato non dovrebbe essere al rialzo, ma che: “l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due.”

Alla luce di tale scenario l’O.N.F.Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha aggiornato i conti per le famiglie (stimando gli effetti sulla spesa per 2 pieni a settimana).

Benzina. Ipotizzando una diminuzione di circa 6 centesimi al litro dell’accisa sulla benzina, il prezzo finale scenderebbe di circa 7 centesimi, con un risparmio per un’auto a benzina di circa 84,00 euro l’anno.

Gasolio. Dall’altro lato, con un aumento di circa 6 centesimi al litro dell’accisa sul gasolio, il prezzo finale salirebbe di circa 7 centesimi al litro, con un aggravio di circa 67,00 euro annui.

Costi indiretti. A pesare sulle tasche delle famiglie, però, non sono solo i costi del rifornimento di carburante: in un Paese dove oltre l’84% dei beni è trasportato su gomma, una crescita del costo del gasolio di questa portata comporterebbe aggravi sui prezzi dei beni di largo consumo, di almeno 68,00 euro annui a famiglia.

A conti fatti, quindi, con questa operazione:

  • Chi ha un’auto a benzina risparmierebbe circa 16,00 euro annui.
  • Chi ha un’auto a gasolio subirebbe un aggravio di circa 135,00 euro annui.
  • Chi non ha un’auto subirebbe comunque un aggravio di circa 68,00 euro.

(I costi espressi si riferiscono alla spesa annua per una famiglia).

Una misura che, in ogni caso, colpirebbe i cittadini in maniera indiretta, alimentando un nuovo rialzo dei prezzi.

Una riforma sulle accise dovrebbe, semmai, prevedere un riordino complessivo del sistema di tassazione, sulle bollette come sui carburanti, eliminando voci obsolete, ridimensionando o eliminando le agevolazioni dannose per l’ambiente (rispondendo così, anche alle giuste richieste che provengono dall’Europa). Non si capisce, in tal senso, perché le accise sui carburanti in Italia siano tra le più elevate d’Europa (circa +17 centesimi rispetto alla media UE + UK).

Oltre a ciò, sarebbe necessario e urgente effettuare lo scorporo delle accise dal conteggio dell’IVA, che da sempre sosteniamo sia un’ingiusta e insopportabile applicazione della tassa sulla tassa.  

Se davvero si vuole andare nella direzione di un allineamento ci sarebbe ampio margine per una riduzione delle accise sulla benzina, equiparandole a quelle sul diesel (non dimentichiamo che i consumi annui di diesel ammontano a oltre il doppio rispetto a quelli della benzina, perciò le ripercussioni per le casse dello Stato sarebbero ben sostenibili).

www.impresaitaliana.net

12 Ottobre 2024

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