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Filcams-Cgil Campania, Mastrogiovanni: “Inconcepibile gestire in questo modo gli appalti di pulizia pubblici della Regione”

Napoli. «Offerte al ribasso e 3.200 ore mensili rispetto alle 5.369 ore richieste negli atti di gara dalla Regione. È inconcepibile che si pensi di gestire così appalti di pulizia pubblici come quelli degli uffici e dei locali o magazzini in uso alla Giunta regionale della Campania nelle Province di Napoli, Caserta, Avellino e Benevento».

Parole di rabbia e delusione quelle di Guglielmo Mastrogiovanni, segretario regionale Filcams- Cgil Campania, in merito al mancato accordo tra le organizzazioni sindacali e le aziende che hanno vinto la gara per gestire i servizi di pulizia in alcuni locali adibiti a uffici e magazzini distaccati in uso alla Giunta Regionale della Campania delle provincie di Napoli, Caserta, Avellino, Benevento e Salerno.

«Come si fa? garantendo sulla carta lo stesso servizio a discapito degli orari contrattuali dei circa 80 lavoratori sparsi su tutto il territorio campano che nell’appalto precedente mediamente svolgevano già le15 o 20 ore settimanali precarie. Ci chiediamo come sia possibile garantire lo stesso servizio con un taglio di ore e di salario del 50% – afferma Mastrogiovanni – Da lunedì 3 Marzo i lavoratori sciopereranno non accettando di sottoscrivere i contratti di assunzione con le nuove società aggiudicatarie dell’appalto».

Il 3 marzo le maestranze storiche, con le sigle sindacali, promuoveranno un sit-in di protesta presso la Direzione della Regione Campania.

«Meglio rimanere disoccupati che lavorare per sette ore settimanali (1 ora e 10 min. al giorno)ed un mensile di qualche centinaio di euro – continua il segretario regionale della Filcams-Cgil Campania – ci auspichiamo soluzioni che possono ridare dignità a questi lavoratori o la rescissione contrattuale dell’appalto in quanto insostenibile».

«Questo appalto incide negativamente unicamente sui salari dei lavoratori e sulla qualità dei servizi di pulizia fatti principalmente di manodopera – continua Mastrogiovanni – non accetteremo soluzioni di ammortizzatori sociali in quanto soldi pubblici e dei contribuenti, che garantirebbero solo affari di business per le società. Venderemo cara la pelle fino a quando ai lavoratori non saranno restituiti per intero i già precari salari che percepivano con l’ azienda uscente».

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www.impresaitaliana.net

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