La Cisal chiede all’Asl di Avellino di rettificare la delibera approvata il 25 luglio per difformità rispetto alla normativa di riferimento
«La Cisal e la Cisal Fpc auspicano che da parte dell’Asl vi sia la disponibilità a confrontarsi sui problemi evidenziati, per modificare il regolamento, tenendo conto delle osservazioni mosse».
Il referente provinciale della Cisal Fpc – Dipartmento Sanità, Maria Luisa Basso, insieme al coordinatore provinciale della Cisal di Avellino, Massimo Picone, chiedono all’Asl di Avellino di rettificare la delibera di regolamentazione degli orari di lavoro del personale, approvata il 25 luglio, perchè contiene evidenti difformità rispetto alla normativa di riferimento, che ledono i dipendenti dell’azienda.
«Sulla questione si è già provveduto a inviare una comunicazione ufficiale, per evidenziare le criticità, indirizzata al direttore generale, al direttore amministrativo, al direttore sanitario e al direttore delle risorse umane di via degli Imbimbo» si legge in una nota della Cisal.
Nella missiva è stato specificato che la legge rende obbligatoria una pausa, qualora il servizio ecceda le 6 ore, per mantenere alte le prestazioni sul lavoro e tutelare il benessere e la salute dei lavoratori. Il contratto collettivo nazionale infatti prevede che il lavoratore abbia diritto a beneficiare di una pausa di almeno 30 minuti, non retribuita, al fine del recupero delle energie psicofisiche e della eventuale consumazione del pasto.
«La delibera invece ha modificato il regolamento in essere, legando la pausa pranzo alla pausa per recupero delle energie psicofisiche – dicono dalla Cisal – Il provvedimento, inoltre, riporta esempi dell’applicazione dello stesso, dai quali emerge una disparità di trattamento dei lavoratori».
«L’organizzazione aziendale prevede che si effettuino le 36 ore settimanali su 6 o 5 giorni. Chi effettua le 6 ore ha diritto al ticket mensa senza pausa, chi effettua 7 ore e 12 minuti su 5 giorni deve fare la pausa di 15 minuti per il recupero delle energie psicofisiche, quindi è costretto a lasciare il posto di lavoro dopo 7 ore e 27 minuti. In un mese, con una media di 20 presenze, effettuerà 5 ore in più non retribuite, rispetto a chi effettua le 6 ore». Distorsioni, queste segnalate, che vanno necessariamente rettificate secondo l’organizzazione sindacale.
28/07/2024