Pellini

I legali dei Pellini: “Prendiamo atto del provvedimento della Corte di Appello di Napoli”

Confermata la confisca dell’ingente patrimonio dei fratelli Pellini che nel 2017 furono condannati per disastro ambientale nella Terra dei Fuochi. L’ottava sezione penale della Corte di Appello di Napoli ha respinto l’istanza con cui i Pellini hanno chiesto la dichiarazione di inefficacia del provvedimento di confisca emesso nel 2019 perché, secondo i loro legali, sarebbero decorsi i termini fissati dalla legge in 18 mesi dalla sentenza di primo grado.

«Ed ora pentitevi» ha detto Alessandro Cannavacciuolo che ha innescato la protesta degli ambientalisti.

«Esistono delle gioie che non sono più gioie, quando ormai mancano i pilastri delle nostre famiglie. Ma oggi il nostro sguardo va lassù, a chi se ne è andato troppo presto a causa di chi, pur di arricchirsi, ha distrutto la nostra terra, il nostro popolo.

Oggi la giustizia, se pur lentamente, ha fatto il suo corso» ha dichiarato Cannavacciuolo.

I legali dei fratelli Pellini hanno preso atto del provvedimento depositato dalla Sezione Misure di Prevenzione della Corte di Appello di Napoli chiarendo che, secondo loro, la Corte ha deciso di non decidere.

«Riproporremo la questione della perdita di efficacia della confisca, a carico dei Pellini, davanti alla Corte di Cassazione – tuonano l’avvocato Francesco Picca e l’avvocato Paola Tafuro, difensori dei Pellini – Con l’occasione, non possiamo che denunciare la “mostrificazione” dei fratelli Pellini e dei loro familiari, portata avanti in queste settimane da alcuni politici e da alcuni organi di stampa senza che fosse operata alcuna menzione della questione giuridica posta all’ attenzione dell Autorità Giudiziaria».

«Abbiamo sollevato una questione strettamente processuale che nulla aveva a che fare con la vicenda giudiziaria per la quale i signori Pellini sono stati già giudicati ed hanno già espiato per intero la pena – continuano i legali dei Pellini – La questione attiene ad un principio di garanzia e di civiltà giuridica ovvero che un provvedimento provvisorio di confisca non possa durare in eterno, ma richiede che si pervenga ad un giudizio conclusivo nei tempi fissati dalla legge e non oltre»

«Questa la questione, che però, è divenuta, per alcune parti politiche e per alcuni giornali, l’occasione per la rappresentazione dei mostri o dei simboli del male assoluto ( i fratelli Pellini ) da offrire in pasto all opinione pubblica – affermano gli avvocati Picca e Tafuro che concludono – Operazione, quest ultima, certamente contraria alle garanzie minime di uno Stato di diritto. Ma sappiamo bene che oggi, piu che del merito delle questioni viene strumentalmente enfatizzato il simbolismo delle stesse».

«La rete politica PER esprime piena soddisfazione per la decisione della Corte d’appello di Napoli (ottava sezione, collegio presieduto da Rosa Maria Caturano) che ha respinto l’istanza presentata dai difensori dai fratelli Pellini che chiedevano di dichiarare inefficace la confisca dei beni per un valore di circa 200 milioni di euro. La confisca dunque è “salva”» si legge in una nota di Per.

«I fratelli Pellini sono stati condannati per traffico illecito di rifiuti e sono ritenuti responsabili di azioni ambientali gravi e dannose in Terra dei fuochi. La rete politica PER, che ha partecipato all’ultimo sit-in presso il Tribunale di Napoli organizzato dalle associazioni ambientali, assicura la propria presenza al fianco delle vittime dei reati ambientali anche nelle prossime tappe dell’iter giudiziario. E’ giusto e doveroso che beni derivanti da attività illegali e pericolose per la salute pubblica tornino alla collettività. Si tratta di un segno molto importante e concreto».

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www.impresaitaliana.net

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