Antonello Meola, presidente dell’associazione Core’ a Core’: “ Anche quando portiamo un pasto a Napoli dico sempre che bisogna chiedere il nome della persona, regalare un sorriso, dare una pacca sulla spalla ed un po’ di compagnia. Un po’ di ascolto può fare la differenza”
«Portiamo un pasto caldo ai clochard, da sei anni seguiamo circa 60 famiglie del nostro territorio a cui non facciamo mancare nulla partendo dai beni di prima necessita’ a medicinale ed utenze. Ogni mese, da sei anni, siamo con loro ed oltre a questo seguiamo strutture protette per minori dove, attraverso i nostri volontari, ogni settimana siamo con i bambini. Sabato prossimo finalmente riusciremo ad entrare nei reparti pediatrici di un ospedale. Riusciamo a dare supporto alle famiglie senza mai avere un banco alimentare, senza mai avere grandissime risorse, ci autotassiamo per portare avanti l’associazione e ringraziando Dio da sei anni riusciamo a far fronte a tanti impegni».
Queste le parole di Antonello Meola, fondatore e presidente dell’associazione “Core’ a Core'” impegnata da anni sul territorio. Antonello vive ad Aversa ed ha 47 anni, è originario del Parco Verde di Caivano ed è cresciuto senza genitori, all’età di 17 anni è rimasto solo con due fratelli più piccoli da crescere ed è riuscito ad andare avanti grazie a Don Maurizio Patriciello che è stato, ed è, la sua famiglia. Don Maurizio lo ha guidato e così Antonello ha trovato la forza di andare avanti, realizzarsi e vedere realizzati i sogni dei suoi fratelli.
«L’associazione nasce nel 2019 nel pieno Covid, inizialmente eravamo in sette, ci siamo riuniti ed abbiamo cominciato a distribuire generi di prima necessità per tutte le famiglie di Caivano – ci racconta Antonello – ogni settimana raggiungevamo circa 120/130 spese complete e davamo sostegno a 130 famiglie del nostro territorio. Io faccio il barbiere e all’epoca avevo il negozio chiuso per la legge sul Covid, il salone così era diventato una dispensa per i poveri e questo ci ha spinto ad impegnarci».
Antonello ai suoi volontari chiede di non cadere mai in quella che definisce “la malattia dell’abitudine”: «Anche quando portiamo un pasto a Napoli dico sempre che bisogna chiedere il nome della persona, regalare un sorriso, dare una pacca sulla spalla ed un po’ di compagnia. Un po’ di ascolto può fare la differenza».
L’Associazione Core’ a Core’ potrebbe aver bisogno di una sede grazie alla quale potrebbe portare avanti tante iniziative sospese come la visita gratuita ai bambini che hanno problemi di logopedia e difficoltà motorie, se avessero una sede riuscirebbero a portare avanti anche questa iniziativa e sarebbe importante per le famiglie considerando che le liste di attesa nei centri convenzionati sono lunghissime ed invece l’associazione riuscirebbe a fornire visite gratuite, un posto dove dormire a persone che magari hanno figli ricoverati nei nosocomi napoletani e della Campania.
«Se avessimo una sede potremmo fare tante altre cose, addirittura cercavo un piccolo pezzo di terreno per fare la cittadella della carità, avrei preso dei moduli abitativi per fare queste iniziative – continua il presidente dell’Associazione Core’ a Core’ – lo so è un sogno ma spero che prima o poi questo sogno si potrà realizzare, purtroppo, ad oggi, le istituzioni non ci hanno mai ascoltato».
Foto: fornite dall’Associazione Core’ a Core’