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Confedilizia: “Senza detrazioni patrimonio immobiliare italiano è a rischio degrado”

Detrazioni al 30% per tutti gli interventi e per la generalità degli immobili, al 36% per le case in cui si ha la residenza. Questa la prospettiva a cui si andrebbe incontro e che preoccupa non poco il mondo dell’edilizia.

Alla luce di queste preoccupazioni Confedilizia è stata ascoltata in audizione dalle Commissioni Bilancio della Camera e del Senato proprio in cui si è discusso della manovra varata dal Governo.

Il taglio delle detrazioni non consente agli addetti ai lavori di stare sereni, per questo motivo la Confederazione della proprietà edilizia rappresentata da Giorgio Spaziani Testa ha espresso preoccupazione per il taglio degli incentivi per interventi edilizi contenuti nel disegno di legge di bilancio e per l’intreccio con il tetto reddituale a tutte le detrazioni che renderà impossibile programmare i lavori adeguatamente.

«Il quadro che emerge – ha detto Spaziani Testa – è quello di un marcato ridimensionamento di un sistema di incentivi, in atto da più di un quarto di secolo, che ha visto negli anni il sostegno trasversale di tutte le forze politiche in risposta ad esigenze di interesse generale: contrasto al sommerso, sicurezza, tutela dell’ambiente ecc».

«Il diritto alle detrazioni – ha aggiunto il presidente di Confedilizia – non esiste, così come non esiste il diritto a un’edilizia assistita, ma occorre essere consapevoli che l’effetto di questa manovra sarà (oltre alla crescita del sommerso, con evidenti rischi per la sicurezza sul lavoro) una significativa riduzione degli interventi, specie in condominio, e, di conseguenza, un diffuso rischio di degrado del patrimonio immobiliare, considerate anche la situazione demografica dell’Italia e le diffuse difficoltà reddituali. Tutto ciò, evidentemente, rende impensabile l’imposizione di qualsiasi obbligo di intervento, come quelli che potrebbero derivare dal recepimento della direttiva europea ‘case green’».

Nel corso dell’audizione, il presidente Spaziani Testa si è soffermato altresì sui temi dell’affitto, da un lato apprezzando l’intento del Governo di dare avvio a un piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale (denominato all’articolo 71 del disegno di legge “Piano Casa Italia”) e, dall’altro, invocando misure per rilanciare l’affitto.

«In una fase in cui ogni giorno viene rilevata la difficoltà di accesso all’abitazione – ha concluso Spaziani Testa – riterremmo opportuno affiancare al rifinanziamento del Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa una misura di detassazione che incentivi almeno le locazioni a canone concordato: dimezzare l’Imu per gli immobili utilizzati per questi affitti calmierati, ad esempio, avrebbe un onere inferiore a quello previsto per il 2025 per il Fondo di garanzia (circa 70 milioni di euro contro 120)».

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