Pietro Perone è un giovane cantante partenopeo, nato ad Acerra racconta l’amore e le problematiche sociali che attanagliano il territorio
«E mò te staie abbraccian a soret int e stell». Una frase che deve essere necessariamente scandita in napoletano per consentire a lettori ed ascoltatori di carpirne il dolore che si nasconde dietro le parole. Questo il motivo per cui la lingua napoletana è conosciuta in tutto il mondo, e Pietro Perone questo lo sa al punto da lanciarsi in un’esperienza artistica e musicale che proprio grazie all’uso della lingua partenopea riesce a far vibrare l’anima.
«Mia cugina 20 anni fà perse la figlia di 8 anni, Rosaria, ed il 13 settembre 2023 purtroppo anche l’altro figlio, Armando, è finito alla tenera età di 18 anni». Così Pietro Perone, cantante di Acerra racconta cosa lo ha spinto a realizzare “E Suonne e nù campione”, un brano che parla di Armando Antignano morto giovanissimo a causa di una leucemia fulminante che in tre mesi dalla scoperta lo ha portato via.
Pietro Perone ha 40 anni ed ha iniziato a cantare sin da ragazzino. Più che neomelodico con questo brano è un artista che raccoglie il grido della Terra Dei Fuochi, nulla contro il genere ma più che altro lui è un “portatore della musica”. «Amo cantare dell’amore, delle problematiche sociali attuali – dice Pietro – Sono cresciuto senza un padre. Ultimamente ho realizzato una canzone dedicata ai miei figli incentrando il brano proprio sull’affetto, essenziale, tra padre e figlio».
Uno stile musicale tutto suo, ciò che lo contraddistingue è la passione con cui cerca di trasmettere messaggi di rilevanza sociale particolarmente sentiti.