Pina Onotri, segretario Generale del Sindacato Medici Italiani interviene in merito alla discussione sulla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef)
Roma – «La riduzione del Pil sulla spesa sanitaria che passerà dal 6,7% del 2022 al 6,1% del 2026 ,impatterà in maniera negativa sui bisogni di salute del nostro paese e avrà gravi ripercussioni sulla qualità delle cure e dell’assistenza sanitaria dei cittadini italiani. Uno scenario preoccupante considerando, anche, il progetto di autonomia differenziata che alimenterà una maggiore sperequazione nell’ erogazione dei servizi sanitari su tutto il territorio nazionale» così Pina Onotri, Segretario Generale SMI in merito alla discussione sulla NADEF (Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza) che approda oggi in Aula a Montecitorio.
«Ci chiediamo, con questo quadro, quali siano le risorse che saranno destinate alla sanità in generale e, in particolare al rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) per i medici convenzionati, contratto ormai scaduto da due anni».
«Siamo convinti che senza veri incentivi economici, nuove norme sulle tutele, misure per un’effettiva sburocratizzazione e politiche di parità di genere, tenuto conto della crescente presenza delle donne nella categoria medica, sia molto difficile un vero rilancio della professione medica; prova ne è che dei 500 posti messi a bando dalla Regione Lazio per formare i nuovi medici, ne sono stati coperti solo 100. Questo dimostra che la professione di medico di famiglia, così come strutturata, non è più appetibile e che bisogna avere il coraggio di un cambio di rotta».
« Nella prossima Legge di Bilancio, di fine anno, ci auguriamo un ripensamento del Governo rispetto al NADEF e si destinino finanziamenti, per alzare adeguatamente le retribuzioni dei medici, per un potenziamento della medicina territoriale, per abbattere le liste di attesa. Chiediamo inoltre un ripensamento sull’ autonomia differenziata, con un ritorno delle competenze sulla salute allo Stato. Si cambi rotta, preservando il carattere universalistico del Servizio Sanitario Nazionale».
Nadef. Smi: “Invertire la rotta per garantire il carattere universale e solidale del SSN”