Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil: “Positiva la crescita dell’occupazione ma vi è ancora una platea di circa 2 milioni di persone, tra donne ed uomini, alla ricerca di lavoro”
L’occupazione continua a crescere da 10 trimestri, portando il tasso di occupazione del II trimestre di quest’anno al 61,3%, il dato più alto dal 2004. Un quadro decisamente incoraggiante soprattutto perché, stando ai dati diffusi oggi dall’Istat, a trainare questo incremento è stato soprattutto il lavoro subordinato a tempo indeterminato (445 mila occupati in più rispetto allo stesso periodo del 2022), a fronte di una riduzione dell’occupazione a termine.
«Nonostante questo aumento, però, restano confermate le criticità e gli squilibri del nostro mercato del lavoro, tra cui spiccano i divari territoriali, con un Mezzogiorno fortemente penalizzato, e di genere, con l’occupazione femminile indietro di 18 punti percentuali rispetto a quella maschile – afferma Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil – Se poi incrociamo i due fattori di svantaggio, la situazione è drammatica: solo 36 donne su 100 risultano impiegate al Sud».
«Certamente è positiva la riduzione del tasso di disoccupazione, ma c’è comunque una platea di circa 2 milioni tra donne e uomini che sono alla ricerca di un lavoro e su cui occorre attivare in maniera efficace tutto il mondo della formazione e dell’incontro tra domanda e offerta – continua Veronese – In questo quadro di luci e ombre, vi sono oltre 3,8 milioni di persone, di cui l’86% è donna, che per scoraggiamento nella ricerca di un lavoro e, soprattutto, per motivi legati ad esigenze familiari, sono inattive. Qui gli interventi da attuare spaziano da quelli di politica attiva a quelli di maggiori investimenti pubblici in servizi di cura ed assistenza, oltre a un cambio culturale che punti alla genitorialità condivisa».