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Scontro sulle pensioni anticipate, per la Uil l’emendamento del Governo è inaccettabile

«L’emendamento del Governo all’articolo 33 della Legge di Bilancio, per la Uil, è inaccettabile, condanna definitivamente la possibilità di andare in pensione in anticipo e amplia le discriminazioni tra il personale sanitario e le altre categorie». Così Vera Buonomo, segretaria confederale della Uil.

La Uil aveva chiesto all’incontro con il Governo la totale soppressione dell’articolo.

«Avevamo evidenziato le enormi perdite e discriminazioni che la misura determinerà per le pensioni dei lavoratori pubblici. Si è scelto di tutelare le pensioni di vecchiaia, ma di fatto rendendo impossibile la pensione anticipata» continua la Buonomo.

Per i lavoratori pubblici iscritti alle Casse di previdenza interessate, la nuova norma prolunga fino a 9 mesi la finestra di uscita per chi richiede la pensione anticipata. «Sommato ai requisiti contributivi ordinari, significa porre la pietra tombale sul diritto alla pensione anticipata – dichiara la segretaria confederale della Uil – Non solo, alla discriminazione contro i lavoratori del pubblico se ne aggiunge un’altra interna, quella tra i medici e gli infermieri e tutte le altre categorie».

Stando alla ricostruzione della Uil solo per i lavoratori della sanità, infatti, viene previsto un meccanismo che riduce la diminuzione derivante dalle nuove aliquote di un trentaseiesimo per ogni mese in più lavorato dalla maturazione del diritto alla pensione anticipata.

«In breve, una Quota 46 mascherata da bonus – conclude la Buonomo – L’emendamento conferma che questo governo ha deciso di fare una riforma Fornero 2.0. Mai ci saremmo aspettati che sarebbe risultata persino più severa e austera della versione originale».

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