Il Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, Pina Onotri, chiede ad Aran e Governo di intervenire in merito al contratto dei medici dipendenti
Roma. «Il Servizio Sanitario Nazionale non potrà a trattenere i medici nel servizio pubblico se non vi saranno ingenti finanziamenti per il personale dell’area della dirigenza» così Pina Onotri, Segretario Generale SMI, sui quattro incontri previsti all’Aran per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per la dirigenza sanitaria e su quello di oggi che discuterà la parte economica del contratto.
« Basta leggere l’ultimo il V rapporto Gimbe del 2022 per rendersi conto che alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre 37 miliardi di euro, di cui circa 25 miliardi nel periodo 2010-2015, in conseguenza dei tagli lineari effettuati nelle diverse manovre finanziarie e oltre 12 miliardi nel periodo 2015-2019, come processo di progressivo definanziamento che, per obiettivi di finanza pubblica, ha assegnato al SSN meno risorse rispetto ai livelli programmati. Da qui bisognerà partire se si vuole invertire la rotta e dare risposte concrete ai medici dipendenti e ai dirigenti del SSN».
«Vorremmo capire dal Governo il reale fabbisogno del personale degli enti del Servizio sanitario nazionale ai fini della valutazione dell’adeguatezza delle risorse utilizzate e allo stesso tempo che si preveda per il personale medico dipendente e dell’area della dirigenza aumenti stipendiali che coprano almeno l’inflazione. Bisogna superare la mancanza di personale nell’area dell’emergenza- urgenza puntando su migliaia di nuove assunzioni a tempo indeterminato con inventivi economici per i medici che scelgono di lavorare nel pubblico».
«Abbiamo richiesto più volte al Governo e al Parlamento, misure che defiscalizzano il lavoro della dirigenza sanitaria istituendo una detassazione del salario accessorio, una flat tax applicabile almeno per l’attività libero professionale a fronte del fatto che si arriva a una flat tax del 15% per i redditi d’ attività autonome fino a 85000 euro per altre professioni».
«Si devono varare, inoltre, misure che permettano la progressione di carriera, con l’attribuzione e il rinnovo degli incarichi. È urgente lavorare a modifiche del DM 70 per permettere maggior percorsi di carriera. Nel nuovo CCNL auspichiamo che vi siano misure esigibili, con la relativa tempistica, in merito all’applicazione delle norme contrattuali da parte delle aziende sanitarie, politiche delle pari opportunità e scelte per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro per le donne medico. Per questo rimaniamo basiti perchè nella bozza di contratto alla voce sostituzioni degli incarichi non vi sia alcun riferimento alla maternità».