Terra di Briganti De Cicco

Toni De Cicco: “Il vino ha un legame imprescindibile con la storia e con il territorio, questo raccontiamo all’estero quando parliamo di Terra di Briganti”

Un vulcano di idee appassionato della storia del proprio paese, innamorato della verità e del suo lavoro. Parliamo di Toni De Cicco che dal 2002 porta avanti la sua “Terra di Briganti”, una cantina preziosa che con i suoi otto ettari produce 30 mila bottiglie l’anno, tutti vini autoctoni.

«L’azienda in realtà esiste da sempre, i nostri bisnonni producevano vino. Abbiamo sempre avuto un rapporto di amicizia con i nostri clienti e dopo gli anni ’80 abbiamo avuto una crescita esponenziale».

Toni ha 52 anni, è sposato con tre figli e porta avanti l’attività di famiglia. Nel 2002, insieme al fratello, decide di dare una svolta all’attività e nasce “Terra di Briganti”. I terreni di Casalduni hanno sempre avuto un basso reso per etto e così Toni decide di occuparsi anche della trasformazione e da vita al prodotto imbottigliato.

Terra di Briganti vigna

Tra i bianchi ricordiamo il Fiano, la Falanghina e la Coda di Volpe. Tra i vini rossi lo Sciascinoso e l’Aglianico. Inizialmente Terra di Briganti nasce come produttore di vino biologico ma nel 2011 si converte al biodinamico che è un metodo molto più restrittivo.

«Con il biologico si possono usare concimi organici con il biodinamico possiamo utilizzare solo letame di mucca dopo che ha fatto il compostaggio per sei mesi o il sovescio (semina di piante e vigneti)» dice Toni che per la sua Terra di Briganti, e per primo in Campania, ha la certificazione di Demeter.

Lo Sciascinoso è un rosso di Casalduni, violaceo di colore e leggero come gradazione (12,5/13 gradi) e si può servire fresco. Un rosso anomalo che va benissimo con antipasto, pizza, pesce. Un vino che si avvicina molto ai gusti internazionali e delle nuove generazioni. L’Aglianico è il classico rosso che va bene. Di colore rosso rubino con riflessi violacei, morbido ed equilibrato con un ottimo retrogusto fruttato.

Benepop, è un vino bianco rifermentato in bottiglia. Si mette il mosto, riparte la fermentazione in bottiglia e diventa frizzante. Metodo antico, vino molto richiesto in Emilia Romagna e nel Pavese.

Il Fiano invece è un vino bianco senza solfiti, non filtrato con un colore intenso ed un po’ più giallognolo. Tutti vini naturali e non filtrati.

Il vantaggio che ha il consumatore finale nel scegliere un prodotto biodinamico è senz’altro la garanzia di avere un prodotto al 100% naturale. A Casalduni, in particolare, sono cultori del vino bianco e dei vini rossi leggeri.

Terra di Briganti

«Credo molto nel territorio, ho viaggiato molto e mi sono reso conto che noi campani non siamo secondi a nessuno – dice Toni De Cicco – Siamo una regione piena di cultura, di storia e di eccellenze. Sono innamorato delle nostre zone e vorrei valorizzarle attraverso ciò che facciamo».

«Il nome “Terra di Briganti” nasce dal fatto che a Casalduni nel 1861, quando è stata fatta l’unità d’Italia, vi è stato un fatto di sangue grave. Segretato fino a circa 40 anni fa. A Casalduni ci siamo opposti all’unità d’Italia, morirono 39 soldati del regno d’Italia. I contadini insorsero, poi arrivarono i briganti che scapparono a Casalduni».

Il patron di Terra di Briganti appare positivo pensando al futuro convinto che le persone sceglieranno sempre più un prodotto naturale: «Perché ognuno di noi cerca una radice. Vogliamo ritrovare l’identità, il vino diventa strumento per affermare tradizioni del passato che rischiano di non esserci più».

Non si può parlare di futuro senza citare l’importanza dei giovani per il settore agroalimentare in generale. «Abbiamo bisogno di giovani, delle loro idee e della loro forza. Importantissima la conoscenza delle lingue, lavoriamo molto con l’estero infatti più del 50% del fatturato è all’estero» dice Toni De Cicco che vende moltissimo negli Stati Uniti, in Giappone, Australia ed Europa.

«Attraverso il vino raccontiamo la storia, raccontiamo questa verità all’estero e in ogni posto scopriamo che c’è un oppresso ed un oppressore. Casalduni è terra di Briganti vera, sui nostri territori è stato versato il sangue. L’obiettivo è la verità storica ed il vino ha un legame imprescindibile con la storia e con il territorio, questo raccontiamo quando parliamo di Terra di Briganti».

www.impresaitaliana.net

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